Buoni Pasto: cosa sono e come funzionano | Se sbagli ti licenziano
I buoni pasto devono essere usati in un certo modo altrimenti ci potrebbero essere dei problemi sul posto di lavoro. Ecco cosa non occorre fare.
I buoni pasto rappresentano un mezzo di pagamento che si utilizza solo per prodotti alimentari ed è dato ai lavoratori dipendenti sia nel settore pubblico che privato. Ricevono dei tagliandi da mostrare alla mensa, ma possono essere spesi anche in strutture pubbliche come bar, ristoranti e supermercati convenzionati.
I buoni pasto si danno al personale a tempo pieno o parziale, però basta che ci sia una pausa per il pasto. Si possono presentare sotto forma di libretto cartaceo, di tagliandi e di tessere dotate di microchip. Non possono essere dati ad altre persone.
Non tutti sanno che in Italia sono arrivati a metà degli anni 70. Non sono convertibili in denaro e non sono commerciabili. Questo dimostra che ci sono delle regole da seguire.
Tuttavia non sempre vengono rispettate e quando si coglie il lavoratore in flagrante ci potrebbero essere delle conseguenze spiacevoli. Di recente qualcuno è stato scoperto e ne ha pagato le conseguenze.
Buoni pasto, licenziamenti se si fanno determinati acquisti
Secondo quanto riportato sul sito fanpage.it pare che qualcuno abbia usato i buoni pasto per comprare tutt’altro. Una nota azienda di fama internazionale avrebbe licenziato dei dipendenti, alcuni dei quali vantavano di portare a casa degli stipendi inimmaginabili. Quest’azienda ha tanti uffici e sedi che dispongono di un sistema di mensa per chi ci lavora.
Per quanto riguarda quelli più piccoli hanno un sistema di voucher che consiste nel dare 20 dollari per la colazione, 25 dollari per il pranzo e 25 dollari per la cena. Inoltre è possibile anche utilizzare servizi come UberEats e Just Eat. In seguito a un’indagine interna sono saltate fuori queste tristi realtà. La notizia è stata divulgata sui media inglesi e americani, ma nonostante tutto non è arrivata ancora la conferma. Andiamo a scoprire di quale azienda si tratta.
“Non avrei dovuto sprecare il buono della cena”
Stiamo parlando di un’impresa statunitense attiva nel settore della tecnologia. Ha sede in California e Mark Zuckerberg la fondò nel 2004 e da allora ha fatto dei passi da gigante. I licenziamenti sono avvenuti nelle aziende che si occupano di WhatsApp e Instagram perché sembra che abbiano utilizzato in modo improprio i buoni pasto.
Uno dei lavoratori licenziati aveva uno stipendio di 400.000 euro e ha sfruttato i buoni pasto per acquistare tè, dentifricio e altre cose tipiche dell’ambiente domestico. “Quando non potevo mangiare in ufficio, ho pensato che non avrei dovuto sprecare il buono della cena”, ecco come si è giustificato.