Visita Fiscale: se non ti trovano a casa sei in grossi guai | Hai poco tempo per la giustificazione
I lavoratori in malattia che non sono a casa durante una visita fiscale hanno poco tempo per fornire una giustificazione. E non sempre viene accettata.
I lavoratori, che siano dipendenti pubblici o privati, hanno il diritto di assentarsi da lavoro in caso di malattia, come è giusto che sia.
I giorni di assenza possono ammontare a massimo 180 in un anno. Periodo oltre il quale si rischia il licenziamento.
Ovviamente questa assenza deve essere giustificata, e in alcuni casi il datore di lavoro farà richiesta all’INPS di inviare un medico a casa del lavoratore assente per verificarne l’effettivo stato.
La visita fiscale, questo il suo nome, può avvenire in qualunque giorno della settimana in determinate fasce orarie. Ma cosa succede a chi non si trova presso il suo domicilio?
Visita fiscale: che succede se non ti trovano a casa
Fino a qualche mese fa vi era una differenza per quanto riguarda le fasce di reperibilità, ovvero le ore in cui il lavoratore deve trovarsi a casa. Mentre per i dipendenti privati l’orario era 10-12 e 17-19, per quelli pubblici le cose erano un po’ diverse, ovvero 9-13 e 15-18. Ben 7 ore contro le 4 dei privati. Questa disparità è stata recentemente annullata con una sentenza del Tar del Lazio, la n. 16305/2023 del 3 novembre 2023.
Da quel momento tutti i lavoratori saranno sottoposti allo stesso regolamento, e le ore di reperibilità diventano per tutti dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 19. Vi sono però dei casi in cui sono dispensati dalla reperibilità.
Chi è dispensato
In alcuni casi il lavoratore è dispensato dall’obbligo di trovarsi al proprio domicilio nelle ore suddette. Per esempio in caso di malattie gravi che richiedono terapie salvavita, in caso di ricovero ospedaliero, gravidanza a rischio. Ma sono esenti anche gli infortuni sul lavoro o le patologie per causa di servizio. Per tutti gli altri in caso di assenza ingiustificata in occasione della visita fiscale scatta una sanzione che corrisponde alla decurtazione del 100% della retribuzione giornaliera per i primi 10 giorni, e del 50% per quelli successivi.
Ma coma giustificare la propria assenza? Entro 15 giorni si dovrà fornire all’INPS la motivazione che può essere, come riporta il portale del Patronato ENASC: “esigenze di salute che hanno reso necessario il ricovero presso una struttura ospedaliera; concomitanza di visite, prestazioni e accertamenti specialistici che non potevano essere effettuati in orari diversi; necessità di recarsi in farmacia; visita a un parente in ospedale con orari necessariamente coincidenti con le fasce di reperibilità; necessità di prestare soccorso a un’altra persona (familiare, amico, vicino di casa, ecc.); obbligo di presentarsi in tribunale a testimoniare. Le esigenze della giustizia devono infatti ritenersi prevalenti su quella di garantire la propria reperibilità per la visita fiscale”. Queste le uniche assenze giustificate. Per tutti gli altri, scatterà la sanzione.